Presentarvi Eleonora Busana è una vera e propria impresa…come lo è la sua vita, la sua energia, il suo amore per lo sport e per tutto quello che fa. Se si volesse paragonare Eleonora a un elemento naturale, sarebbe senz’altro un vulcano: esuberante, piena di vitalità trascinante, sempre pronta a impegnarsi con energia in numerose attività, sempre nuove idee, progetti e iniziative. Ma anche una ginestra per la sua caparbietà a porsi davanti alla fiumana di fuoco e aspettare imperterrita e caparbia di essere travolta. All’improvviso tutto cessa e la ginestra, come un’araba fenice torna a fiorire.
Prima di diventare una runner hai vestito la maglia azzurra della nazionale italiana di pattinaggio artistico, sport che hai praticato per vent’anni. E poi com’è andata…
“Il mio allenatore mi ha fatto togliere i pattini perché non mi veniva un esercizio. Sono tornata a casa, ma per la rabbia mi sono fermata per strada e ho iniziato a correre, senza badare a nulla. Sono andata avanti per un’ora. Ecco, avevo trovato come sfogarmi ma, soprattutto, era scattata in me la consapevolezza dell’essere atleta. Mi sono data qualche obiettivo, fino a correre la mezza Maratona: ne ho corse 5, alternando Jesolo e Treviso. Poi ho smesso un po’ per lo studio e un po’ per un infortunio alla caviglia, alla vigilia del campionato italiano. Davvero un brutto periodo, condito di tanta pazienza per riprendere a camminare. Ho iniziato a correre perché ero abituata ad allenarmi ogni giorno e stare senza sport per me è impossibile.”
Cos’è per te essere atleta, o meglio, quando ci si sente veramente atleti?
“Essere un’atleta è mettere impegno, costanza e passione per un obiettivo. E quando raggiungi quell’obiettivo allora ti senti davvero un’atleta!”
Cosa ti aspetti dall’esperienza #Runtonyc, cambierà qualcosa nella tua vita? O forse è già cambiato qualcosa…
“Mi aspetto emozioni forti e un ricordo bellissimo da conservare. Non è cambiato nulla se non essere un po’ più sotto ai riflettori, non che mi dia fastidio, ma penso che l’aspetto più importante debba rimanere l’allenamento e la preparazione.”
Il tuo lavoro, la tua vita privata, lo sport, gli allenamenti…come far coincidere tutto questo e vivere felici?
“Lo sport che ho praticato fin da piccola mi ha insegnato l’organizzazione e l’ottimizzazione dei tempi, è fondamentale la disciplina. Una parte importante rivestono anche le le persone che ti stanno accanto. Considerando poi che non sono una professionista ma una appassionata-entusiasta, devo dedicare allo sport il tempo che posso permettermi”
La tua formazione professionale, farmacista specializzata in nutrizione ed integrazione sportiva, quanto ti è di aiuto?
“Mi è utile nella misura in cui riesco a evitare errori. Però è fondamentale farsi aiutare da figure professionali esterne. Nel mio caso, per l’alimentazione e nutrizione, sono seguita dal Dott.Emiliano Benelli che collabora con me anche nella farmacia in cui lavoro, per quanto riguarda piani nutrizionali per atleti amatori o professionisti. Dal punto di vista atletico, seguo in questo caso, e con grande onore, le tabelle personalizzate inviate, ad ogni atleta partecipante al progetto #runtonyc, da Gelindo Bordin e Salvatore Bettiol. Due leggende del mondo dell’atletica italiana”.
Lavoro a tempo pieno e allenamento! Non è un po’ dura la vita dello sportivo?
“L’allenamento implica fatica. Ma fa parte del gioco e dopo i sacrifici, e appunto aver faticato, la soddisfazione è ancora più grande”
Chissà quante volte, nel corso della tua attività lavorativa, avrai incontrato sportivi demotivati, stanchi per lavoro/allenamento, insofferenti per risultati che non arrivano o tardano ad arrivare… Cosa dire a queste persone?
“Alle mie piccole atlete quando mi dicono – non riesco, non ce la faccio – rispondo sempre che non capisco perché nel mio vocabolario non esistono queste parole 😉 Quindi suggerisco, mai mollare! Anche nella sconfitta c’è del buono da trarre. Importante, invece, è rispettare il riposo quando è necessario, perché per alcuni c’è il rischio di overtraining”.